Lo scorso 25 novembre l’ AAVSO ha pubblicato la special notice 181, in cui dava notizia di una possibile nova nella costellazione di Eridano, a non molti gradi da Rigel ed insolitamente piuttosto lontana dal piano galattico. Lo scopritore, il nipponico Itagaki, ha osservato la nuova stella di magnitudine visuale +8,1. In immagini di archivio, nella esatta posizione della nova esiste una debole sorgente di magnitudine 15, identificata con certezza con la stella in outburst; la differenza di 7 magnitudini sembrava tutto sommato modesta per una nova classica, mentre era un po’ troppo per una nova nana (o variabile cataclismica), dunque al momento della scoperta non si sapeva esattamente che tipo di oggetto ci si trovasse di fronte. Si è poi verificato che il massimo di luminosità era avvenuto alcuni giorni prima, il 19 novembre, con una magnitudine di +7,3. Il 26 novembre un’altra circolare AAVSO designava la stella come una possibile variabile di tipo WZ Sge, sottolineando l’eventualità che essa tornasse a salire in splendore. Ma il 29 novembre arrivava la conferma definitiva, basata sugli spettri ottenuti nel frattempo, che la stella osservata da Itagaki è davvero una nova.
Ho osservato la stella in questione nelle sere del 25 dicembre 2009 e del 2 gennaio 2010, stimandola rispettivamente di mag. 10.1 e 10.3. In tali serate ho ripreso anche due spettri della nova, attraverso il reticolo a trasmissione “star analyzer” applicato alla camera ccd DSI pro della Meade ed al mio newton da 250 mm F/5. La strumentazione mi ha permesso di ottenere spettri con risoluzione di circa 1.4 nm/pix, sufficiente per mostrare le caratteristiche spettrali salienti della nova.
Gli spettri, elaborati con Iris e VisualSpec, mostrano evidentissime ed intense le righe in emissione della serie di Balmer dell’Idrogeno, dalla H alpha (656.3 nm) fino alla H zeta (388.9 nm); vi sono inoltre almeno altre due forti righe in emissione di elementi non individuati poste rispettivamente a circa 465 nm (la più intensa di tutto lo spettro) ed a circa 499 nm.
Le osservazioni compiute a distanza di sette giorni sembrano mostrare lievi differenze di intensità delle righe spettrali (vedi spettri confrontati) oltre ad una diminuzione della luminosità della stella, stimata in circa 0.2 mag; queste eventuali variazioni vanno comunque meglio verificate con altre osservazione successive.
Cerreto Guidi, 06/01/2010
Riccardo Mancini