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Questa immagine la trovate sul sito del Telescopio Hubble (linkato sulla home page) e mostra come varia l’inclinazione degli anelli di Saturno in 5 anni.Si va dall’opposizione del  1996 ,in basso a sin. a quella del 2000 ,in alto a des.La massima apertura degli anelli è stata raggiunta nell’opposizione del 2002 (asse minore circa 21 sec).Quest’anno siamo circa nelle stesse condizioni del 1996 ,allora 3,4 sec e adesso 6,6 sec. Gli anelli saranno quasi esattamente di taglio a fine Maggio 2010 un paio di mesi dopo l’opposizione.Negli anni successivi si apriranno sempre di più e Saturno ci mostrerà l’emisferò Nord. Questi dati si riferiscono ai periodi vicino all’opposizione quando il pianeta è meglio visibile.In pratica a causa del moto reciproco tra la Terra e Saturno ,gli anelli saranno già quasi di taglio a fine anno e nel Settembre 2009 ma cominceranno decisamente ad aprirsi solo dall’anno successivo.

si-ride.jpgrifugioseggioviacupola.jpggruppo.jpgLa delegazione altamente qualificata dell’Associazione Astronomica Isaac Newton ,che Sabato 9 dopo un viaggio periglioso ,è arrivata a Cortina era composta da :S.Bagnoli, M.Biagetti, G.Iacopini, M.Malucchi e D.Pucci.La direttiva che ci eravamo dati durante il viaggio per evitare brutte figure era di lasciar parlare loro di cose tecniche e noi limitarci ad annuire e ogni tanto sparare qualche battuta .Abbiamo fatto un figurone !!!Ad attenderci c’erano 2 mostri sacri della ricerca SN in Italia , Alessandro Dimai e Marco Migliardi oltre a Giulia Iafrate una delle giovani speranze del CROSS.L’Osservatorio si trova a pochi metri dal rifugio e dalla seggiovia La giornata di Sole ci ha permesso di apprezzare ancor più la visione mozzafiato che si ha della conca Ampezzana.Dopo il pranzo al rifugio ,ci siamo trasferiti nella saletta di controllo dell’Osservatorio e insieme abbiamo controllato le galassie riprese la notte precedente, cosa che ci ha permesso di apprendere molto sull’uso dei programmi e sulle tecniche di controllo.Chiudo con la Mail che ho inviato il giorno seguente che riassume bene lo spirito dell’incontro:_

Per noi ieri è stato un giorno importante, da ricordare .Abbiamo passato alcune ore in un posto bellissimo in compagnia di amici disponibili a dividere con noi le emozioni che si provano osservando una Galassia lontana nello spazio e nel tempo,che all’improvviso si accende perchè una stella termina la propria vita, ma al tempo stesso diffonde nello spazio che la circonda ,l’energia e gli elementi chimici che sono i mattoni indispensabili per costruire la vita come noi la conosciamo.
Vi ringraziamo per la bella giornata trascorsa assieme e ci auguriamo in tempi brevi una vostra visita qui da noi.
Mauro,Giampiero,Sandro,Marco,Daniele
Santa Maria a Monte Supernovae Search  (SMMSS)
Associazione Astronomica Isaac Newton

Non è trascorsa neanche una settimana dalla nostra visita a Cortina d’Ampezzo e dalla nostra adesione al programma di ricerca C.R.O.S.S. (Cortina Remote Observatory Supernovae Search) che già possiamo festeggiare il primo successo.Il 15 Febbraio Elisa Londero ,studentessa di Astrofisica all’Università di Trieste, mentre analizzava le immagini riprese la notte precedente dal telescopio del Col Drusciè (50cm F5 a 1700m di quota) ha notato un puntino in più nella galassia UGC 2519 in Cefeo .L’allarme immediato dato a tutti i collaboratori, ha permesso di confermare la sera dopo la presenza della SN che è stata ufficialmente attribuita a Elisa e al CROSS (coscopritore Tom Boles). COMPLIMENTI VIVISSIMI DA PARTE DI TUTTI NOI.La strategia “L’unione fa la forza “si è rivelata come sapevamo vincente.Nel prossimo futuro la mole di immagini anche nostre da controllare aumenterà notevolmente (vedere i precedenti articoli in Ricerca Supernovae).Per questo il Santa Maria a Monte Supernovae Search è aperto a nuovi collaboratori da istruire a questa affascinante e divertente disciplina che è la ricerca di SN extragalattiche.Tutti gli appassionati e in particolare i ragazzi che come Elisa Londero studiano Fisica o Astrofisica possono partecipare e magari approfondire l’argomento cosa che noi purtroppo non siamo in grado di fare.Penso in particolare alle circolari ufficiali con le rilevazioni spettroscopiche che consentono di risalire al tipo di SN e alla velocità di recessione della galassia ospite ,una mole enorme di dati che riceviamo ma non utilizziamo.

Mauro Biagetti

Santa Maria a Monte Supernovae Search

Associazione Astronomica Isaac Newton

Sabato 9 febbraio un gruppo di soci della nostra Associazione ,che partecipano al Santa Maria a Monte Supernovae Search (SMMSS), si è recato in visita agli amici di Cortina per definire gli ultimi dettagli della collaborazione che inizierà dalla prossima settimana. Il resoconto con immagini della bella giornata trascorsa a Cortina d’Ampezzo sarà oggetto di un altro articolo.La cosa che ora ci preme è rendere tutti partecipi dell’importanza di quello che si sta concretizzando.Il gemellaggio tra i due gruppi di ricerca ,perchè di questo si tratta, servirà a colmare le lacune di entrambi i soggetti (specialmente le nostre). Il rapporto di stima , di amicizia e di fiducia che da subito si è instaurato è servito a mettere a nudo senza remore le esigenze dei 2 gruppi di ricerca e a impostare un programma comune che siamo certi darà i frutti sperati. Già ora il CROSS si colloca con 22 Supernovae scoperte al 3° posto in Europa e all’ 8° al mondo tra i non professionisti . Però per continuare a primeggiare in un attivtà affascinante ma difficile come la ricerca di SN occorre unire le forze per aumentare le probabilità di successo. Noi in questa prima fase parteciperemo al controllo delle immagini riprese in remoto dal Newton 500 F5 del Col Drusciè oltre a proseguire con il nostro solito programma di ricerca.In seguito è prevista l’ attivazione per la ricerca SN anche del 2° telescopio del Col Drusciè (un 28 cm) e, come speriamo , l’automazione di un nostro strumento.Quando tutto questo si realizzerà, la quantità di immagini acquisite e controllate in comune da entrambi i gruppi sarà tale da garantire una frequenza di scoperte notevole .L’opportunità  che ci viene offerta dagli amici del CROSS deve essere raccolta e ampliata senza tentennamenti visti i benefici che porterà a tutta l’Associazione.Le prime immagini di Galassie da controllare saranno sui monitor di alcuni di noi probabilmente già da domani sera .Tutti i soci disponibili al controllo sono invitati a contattarci per partecipare a questo grande progetto che, viste le prospettive di crescita, richiede l’impegno di molte persone.

Santa Maria a Monte Supernovae Search   (SMMSS)

Associazione Astronomica Isaac Newton

 

Alfa  della  Bilancia
L’ astronomia greca indicava questa stella come  la Chela Meridionale dello Scorpione. Il nome Zubenelgenubi  deriva dall’arabo Al Zuban al Janubiyyah, che è la traduzione della definizione tolemaica , ( cioè la chela meridionale )  . E’ una bella stella doppia larga, adatta ai binocoli: la primaria (a2, cui si riferiscono i dati sottoriportati  è di tipo spettrale  A3IV, ed è di magnitudine 2,75; separata di 231,0” in PA 314°  c’è una compagna di magnitudine 5,15 (MV:3,3) e tipo spettrale F4 IV (B-V: 0,41). Malgrado la larga separazione e la stabilità delle rispettive posizioni, le due stelle mostrano lo stesso moto proprio, il che significa che le stelle formano senz’altro una coppia fisica, con una separazione effettiva di circa 4.800 UA. La primaria, che presenta delle intense righe metalliche nel suo spettro, è anche una binaria spettroscopica di periodo incerto.

: a:  14h 50m 52,7s; d: -16° 02’ 30”; p: 0,04225”; V: 2,75; MV: 1,2; spettro: A3IV; B-V: 0,15; m: -0,10997”/-0,06900”; VR: -10,0 km/sec.; d: 77 a. l.; luminosità: 36; altre denominazioni: 9 Librae; HIP 72622; HD 130841; SAO 158840; HR 5531; S, h 186.

La notte del primo Febbraio scorso, l’astrofilo inglese Ron Arbour ha scoperto la 2008 S, l’ennesima supernova in NGC 6946, confermando cosi’ l’elevata prolificita’ di questa bella galassia a spirale in fatto di supernovae (la prima SN scoperta in NGC 6946 risale al 1917, la penultima al 2004).

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La circolare IAUC nr.8915, pubblicata la mattina del 3 Febbraio, annuncia la scoperta di una nuova cometa da parte di due astrofili cinesi, denominata C/2008 C1 (CHEN-ZAO). La scoperta, avvenuta casualmente, nel corso di un programma di ricerca di novae galattiche che i due appassionati stavano svolgendo tramite un teleobbiettivo da 200mm, f/2,8 e fotocamera digitale CANON D350, risale al 1.mo Febbraio (ma l’oggetto e’ stato successivamente rintracciato anche sulle loro riprese d’archivio del 30 e 31 Gennaio). Al momento del suo ritrovamento, l’astro chiomato risultava di magnitudine 12 circa, nella costellazione del Cefeo. La notte scorso anche gli scriventi hanno effettuato delle osservazioni di conferma di questo oggetto, utilizzando in remoto uno degli strumenti della rete R.A.S.

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Osservato con il telescopio remoto UAI il passaggio di 2007 TU24

Il 29 gennaio era il momento della massima vicinanza del NEA (near-Earth asteroid) alla Terra. Scoperto dal Catalina Sky Survey l’11 ottobre 2007, ha un diametro compreso tra i 200 e i 500 m. Grazie alla sua distanza dal nostro pianeta stimabile in 1.4 distanze lunari (circa 535 000 km) il moto dell’ astro sarebbe stato molto veloce, capace di percorrere 1° di campo in una manciata di minuti.

asteroide.jpg

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COMUNICATO STAMPA :

Un nuovo sito internet stellare per l UAI!

Dopo 5 anni di glorioso servizio, e dopo aver accolto migliaia di
contatti giornalieri, il vecchio Portale dell’Unione Astrofili Italiani va
in pensione lasciando spazio ad un nuovo Sito Internet più dinamico
ed accattivate. Il nuovo Portale UAI sarà on-line dal 1 febbraio 2008,
accompagnerà l’operato dell’Associazione in ogni sua
sfaccettatura, e da ogni prospettiva possibile, permettendo molte operazioni prima
inattuabili.
 (more…)

I cacciatori di SN Italiani continuano a farsi onore Stavolta è toccato a Giancarlo Cortini ,supernovista di lungo corso,scoprire la SN 2008Q nella galassia NGC 524 in Pesci.Complimenti vivissimi da parte di tutti noi.Anche la NGC 524 è inserita nel nostro elenco di 1090 galassie perciò su 15 SN scoperte da inzio anno ben 3 erano sotto i nostri occhi,2008A,2008B e 2008Q penso sia un record (negativo).Indubbiamente c’entra la stagione , gli altri impegni,ma c’entra soprattutto la nostra pigrizia.Non scoraggiamoci e cerchiamo di metterci più impegno(io per primo). Notizie e immagini della SN 2008Q le trovate sul sito http://www.supernovae.net/isn.htm .

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Dopo oltre dieci anni di intensa attività, la Commissione Didattica UAI riceve il più alto riconoscimento da parte del Ministero dell’Istruzione: l’accreditamento.

L’accreditamento viene conferito dal Ministero dell’Istruzione solo alle strutture che hanno dimostrato di avere competenze didattiche, scientifiche, organizzative tali da consentire la gestione di corsi e iniziative di aggiornamento professionale per gli insegnanti e alunni in tutto il territorio nazionale.

LEGGI  L’ARTICOLO  

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MCG - 01 - 08 - 015
La collaborazione tra il cacciatore di supernovae statunitense Tim Puckett e l’AFAM di Remanzacco, ha portato alla scoperta di un’altra supernova: la 2008 F in MCG -01-8-15, individuata da Giovanni Sostero il 13 Gennaio, analizzando le immagini riprese dall’americano la notte precedente. Al momento della scoperta la supernova era di magnitudine 18,4, alle coordinate A.R. = 02h54m55s,11, Decl. = -06o21′56″,7 (Equinozio 2000,0), ovvero 15″.4 Est e 27″.0 Nord del centro della galassia MCG -01-8-15 (distante circa 240 Milioni di anni-luce dalla Terra). Immagini di conferma sono stata ottenute da due altri collaboratori di Tim Puckett: T. Orff e J. Newton, che l’hanno fotografata la notte del 13 Gennaio da un osservatorio privato dell’Arizona, trovandola di magnitudine 18,
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In questa pagina è possibile trovare una descrizione del programma SID dell’ AAVSO,  al quale,  la prima proposta di programmi osservativi per il settore Radioastronomia presentata , indirizza i suoi obbiettivi.
PROGRAMMA  SID  DELL’  AAVSO 
 
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Nel 2008, per il secondo anno consecutivo, si tiene presso i radiotelescopi di Medicina e di Noto il Corso di Didattica della Radioastronomia, promosso dall’Istituto di Radioastronomia dell’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) e dall’Unione Astrofili Italiani. Il corso è rivolto in una prima fase ad astrofili e ad insegnanti delle scuole superiori, e in una seconda fase agli studenti delle ultime classi di scuole superiori preparati e accompagnati dai loro insegnanti.

Il corso di didattica della radioastronomia punta alla formazione e all’aggiornamento di insegnanti delle scuole superiori, in modo che essi possano poi portare nelle loro classi i contenuti introdotti durante le prime due sessioni del corso. Sarà proposto anche un modello di unità didattica in cui inserire gli argomenti trattati nel corso e l’esperimento che gli studenti potranno ripetere presso la Stazione radioastronomica.

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Si chiama C/2008 A1 (McNaught) la prima cometa scoperta nel 2008. Essa e’ stata trovata dall’astronomo australiano Robert McNaught il 10 Gennaio scorso, nel corso della survey condotta da Siding Spring con lo Schmidt da 0,5 m di diametro. Incidentalmente McNaught aveva scoperto anche l’ultima cometa del 2007, la C/2007 Y2.

EFFEMERIDI 

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Una curva di luce è il grafico della luminosità di una stella variabile in funzione del tempo. Osservando una curva di luce si può vedere come si è comportata la stella in passato, e tentare di predire che cosa farà in futuro. Gli astronomi utilizzano questi dati anche per creare modelli dei processi astrofisici all’interno della stella. Ciò può esserci di grande aiuto per capire come funzionano questi oggetti.
Analogamente al programma osservativi su stelle variabili,  l’osservazione di supernovae durante il loro massimo ,o addirittura durante tutta la loro evoluzione, con  la costruzione della loro curva di luce ,  permette di stabilire  la tipologia precisa,  la distanza  della galassia di appartenenza , il valore del D.M.o modello di distanza, come si è comportata la stella in passato prima dell’evento supernova , e tentare di elaborare modelli di come evolverà in futuro.
CONCLUSIONE
Questo forse è il più importante programma osservativi su cui orientare la strumentazione e le risorse umane dell’ Osservatorio Astronomico di Tavolaia. L’ acquisizione e la riduzione dati dei valori fotometrici di supernovae, il risultato poi si concretizzerà con la realizzazione della relativa curva di luce.
 

 La strumentazione disponibile è perfettamente adeguata a questo tipo di campagna osservativa,  mancano solamente i filtri il cui ordine di acquisto dovrebbe essere già stato inoltrato dall’Amministrazione Comunale.
Si sottopone pertanto tale programma osservativi al Comitato di Gestione dell’ Osservatorio di Tavolaia.
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Le stelle sono oggetti che mostrano generalmente una stabilità che sfida i millenni: a parte la precessione e gli impercettibili moti propri, lo splendore delle stelle, generalmente, non sembra essersi modificato rispetto alle descrizioni che ci hanno lasciato i nostri progenitori. Oggi però sappiamo che molte stelle in realtà presentano nel tempo delle variazioni nella luminosità che possono essere o no regolari e più o meno vistose. Definiamo queste stelle variabili, e il loro studio è di importanza fondamentale per la comprensione dell’evoluzione stellare. La loro storia ha inizio nel 1596 quando Fabricius osservò, nella costellazione della Balena (Cetus) una stella che non aveva mai visto prima.

Le stelle variabili , abbiamo visto , sono astri la cui luminosità cambia. Una curva di luce è il grafico della luminosità di una stella variabile in funzione del tempo. Osservando una curva di luce si può vedere come si è comportata la stella in passato, e tentare di predire che cosa farà in futuro. Gli astronomi utilizzano questi dati anche per creare modelli dei processi astrofisici all’interno della stella. Ciò può esserci di grande aiuto per capire come funzionano questi oggetti. 

 lightcurve.png

 

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Ecco un sommario dei vari tipi di dati disponibili nelle curve di luce dell AAVSO :
·         Visuale: si tratta di un’osservazione di una stella variabile eseguita da un osservatore con un normale telescopio. Significa che l’osservatore ha visto la stella di luminosità X alla data e ora Y.
·         Più debole di: talvolta la stella è troppo debole per essere vista dall’osservatore. Quando ciò si verifica, l’osservatore riporta la stella più debole vista nel campo. Questi casi si indicano con più debole di perché la stella variabile era più debole della luminosità riportata.
·         Media: si tratta della media corrente di tutti i dati riportati. Il valore Media grafico dice al computer su quanti giorni calcolare ciascuna media. Questo valore andrà adattato alla frequenza delle osservazioni. Le barre di errore rappresentano la deviazione standard a un sigma.
·         CCDV: si tratta di osservazioni eseguite con un CCD e un filtro V di Johnson. Le osservazioni CCDV tendono ad essere più accurate di quelle visuali (ma non sempre).
·         CCDB: osservazioni CCD con un filtro B di Johnson.
·         CCDI: osservazioni CCD con un filtro Ic di Cousins.
·         CCDR: osservazioni CCD con un filtro R di Cousins.
·         Dati discrepanti: si tratta di dati classificati come discrepanti da un membro dello staff AAVSO, in base alle regole per la convalida dei dati. Contattare (aavso AT aavso.org) per ulteriori informazioni.
·         Date: il database osservativo su cui si basano le curve di luce viene aggiornato ogni dieci minuti, così puoi ottenere dati quasi in tempo reale. Per ora i dati sulle curve di luce sono disponibili solo fino al 1961, ma probabilmente in futuro saranno rese disponibili date anteriori.

 

CONCLUSIONE

 Un importante progetto osservativi e di riduzione dati da portare avanti , presso lì Osservatorio Astronomico di Tavolaia, è sicuramente la misura di luminosità delle stelle variabili. La strumentazione disponibile è perfettamente adeguata a questo tipo di campagna osservativa,  mancano solamente i filtri il cui ordine di acquisto dovrebbe essere già stato inoltrato dall’Amministrazione Comunale.

Si sottopone pertanto tale programma osservativi al Comitato di Gestione dell’ Osservatorio di Tavolaia.

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E’ stato classificato come unico evento astronomico nella lista delle migliori dieci scoperte del 2007 -

Ma l’evento è la SN 2006 gy -

sn2006gy.bmp

Le sue caratteristiche fisiche la rendono particolare. La stella interessata dall’esplosione che ha generato la supernova , è una stella massiccia circa 150-200 masse solari. Un fenomeno non frequentemente osservabile.

Ancor meno frequentemente osservabile è stato l’andamento dell’emissione di rediazione della supernova.

Solitamente le curve di luce delle tipiche supernove seguono un andamento che raggiunge il picco di luminosità in alcuni giorni o poche settimane, per poi diminuire nei mesi seguenti.

SN2006gy invece ha impiegato circa 70 giorni per raggiungere il massimo della luminosità, , ha mantenuto poi tale luminosità per circa tre mesi prima di iniziare a calate di intensià molto lentamente, tanto che a distanza di diversi mesi risultava ancora ben visibile.

supernova.jpg

NGC 1260.

(Credit: Lick / UC Berkeley / Bloom J. & C. Hansen)

Come sempre in questo periodo, Time lancia il tormentone delle top ten dell’anno trascorso.
Ecco quella delle scoperte scientifiche.
1: Un evento fresco fresco: la riprogrammazione di normali cellule della pelle per indurle a comportarsi come cellule staminali embrionali. E’ un procedimento che in futuro potrebbe permettere di ottenere cellule staminali facendo piazza pulita delle resistenze etiche. L’hanno scoperto, a novembre, il giapponese Shinya Yamanaka e l’americano James Thomson
2: a settembre, lo scienziato-imprenditore delle biotecnologie J. Craig Venter - il primo a completare la sequenza del DNA umano - ha pubblicato l’intera mappatura del proprio genoma. La ricerca fa capire che i contributi di madre e padre sono molto più vari di quanto si pensasse
3: un’equipe di astronomi americani, che hanno documentato la più grande esplosione stellare - o supernova - mai vista. La stella era grande circa 200 volte il nostro Sole.
4: su Nature, a maggio, è stata annunciata la scoperta di 700 nuove specie, incluso il picnogonide (ragno marino)
5: la ricerca decennale di alcuni scienziati dell’Imperial College di Londra, che è giunta a conclusione la scorsa primavera Sono riusciti a creare valvole cardiache a partire da cellule staminali. E’ una scoperta che darà speranza alle circa 600mila persone che - secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità - avranno bisogno di un trapianto cardiaco nei prossimi tre anni.
6: A ottobre, alcuni scienziati britannici hanno scoperto 3 nuovi pianeti fuori dal nostro sistema solare. La scoperta è avvenuta nell’ambito della Wide Area Search for Planets (WASP), la ricerca in corso che punta a trovare pianeti simili alla Terra. Nel segno dell’estrema fantasia, i tre pianeti sono stati chiamati WASP-3, WASP-4 e WASP-5.
7: la scoperta di alcuni scienziati cinesi che hanno trovato i resti fossili di un dinosauro simile a un uccello, vissuto 70 milioni di anni fa. La scoperta del Gigantoraptor erlianensis, ripresa da Nature in giugno, dimostra che i moderni uccelli discendono probabilmente da dinosauri carnivori e bipedi.
8: All’inizio dell’anno, gli esiti delle analisi su un teschio scoperto in Sud Africa nel 1952 hanno offerto le prove che la nostra specie ha lasciato il continente africano tra 65.000 e 25.000 anni fa.
9: l’essere più vecchio del mondo. E’ una vongola della famiglia Arctica Atlantica, scoperta in ottobre da ricercatori della Bangor University. Aveva ben 405 anni, prima che gli studiosi la ammazzassero per condurre le ricerche
10: una scoperta davvero fantascientifica. Ad aprile, alcuni geologi hanno rinvenuto in Serbia una pietra che ha la stessa composizione chimica della Kryptonite di Superman: Idrossido Silicato di Sodio Litio Boro con Fluoruro. Non hanno potuto chiamarla Kryptonite perché il Krypton, un gas, esiste già. Si chiama Jadarite, da Jadar, la località in cui è stata scoperta.

GUARDA IL VIDEO  DELLA CLASSIFICA  STILATA DALLA RIVISTA  SCIENZE

Emblema Repubblica Italiana
logo ministero università e ricerca
Dipartimento per l’Università, l’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica e per la Ricerca Scientifica e Tecnologica
Direzione Generale per il Coordinamento e lo Sviluppo della Ricerca Ufficio V

Protocollo: n. 1 Roma, 7 gennaio 2008
A tutte le Istituzioni Pubbliche e le Amministrazioni locali operanti nei settori dell’Istruzione, Università e Ricerca.

OGGETTO: Lancio della XVIII Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica

Si comunica che la XVIII Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica si svolgerà dal 3 al 9 marzo 2008.

La Settimana della Cultura Scientifica, attraverso gli eventi, le mostre, gli incontri, le visite guidate che verranno organizzate in tutto il Paese, si rivolge a tutti i cittadini ed in particolare agli studenti, perché diventino protagonisti di questo processo di partecipazione e sensibilizzazione nei confronti della scienza, per capirne l’impatto costante e rilevante che essa ha sul vivere quotidiano.
Il Ministero quest’anno, a differenza delle passate edizioni, non ha ritenuto di dover individuare delle tematiche specifiche lasciando agli organizzatori delle manifestazioni ampia libertà nella scelta dei temi da trattare.
Sono benvenute pertanto tutte le iniziative di interesse per la diffusione della cultura scientifica che presentino un buon grado di qualificazione e che siano in grado di incidere in modo significativo sul pubblico.
L’invito è rivolto alle università, agli enti di ricerca, alle scuole, ai musei, alle associazioni, alle aziende, alle amministrazioni locali, a tutte le istituzioni culturali e scientifiche perché partecipino attivamente.
In particolare, le università e gli enti pubblici di ricerca propongano iniziative ed eventi capaci di attrarre l’interesse di un vasto pubblico, ricercando il massimo coinvolgimento degli insegnanti e degli studenti, attraverso una capillare diffusione di informazione nella scuola.
Si raccomanda di predisporre tempestivamente i programmi e i materiali didattici per preparare alla fruizione e per stimolare successivi approfondimenti.
Per partecipare occorrerà inserire i dati relativi alle manifestazioni direttamente nel database della Settimana, seguendo le procedure indicate dal MUR, sul sito www.miur.it home page ricerca scientifica e tecnologica (RST).

D’ordine del Ministro
Il Capo di Gabinetto
(Cons. Oberdan FORLENZA)

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L’osservazione visuale delle meteore

Enrico Stomeo
U.A.

I. - Sezione Meteore

Nota tratta dall’ Almanacco UAI © 1986 - IVa Edizione

L’articolo contiene indicazioni di base per compiere osservazioni visuali in forma
standardizzata, raccogliendo tutti i dati utili
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Da circa due anni teniamo sotto controllo l’attività del Sole, che si trova in un periodo di quiete. Ma è previsto che inizi il 24° ciclo solare. Se fosse confermato, Massimo Chianese, dell’IRAS, ha rilevato il fenomeno il 15 dicembre 2007.

L’attuale minimo di attività solare del XXIII ciclo, da circa due anni ha spinto gli osservatori solari a ricercare il primo segno che annunciasse la nascita del nuovo ciclo solare. E come sempre  non sono mancate le segnalazioni erronee o  incerte.
La prima è giunta con l’osservazione dalla sonda  SOHO il 31 luglio 2006; si trattava di una piccola macchia o poro durato solo tre ore, e seppur indicato di segno invertito si è evoluto in modo anomalo, e in particolare ad una latitudine troppo bassa. Nel dicembre del 2006 veniva pubblicato in Science@Nasa (http://science.nasa.gov/) la previsione di un ciclo solare da record assoluto! Il ciclo n° 24 sarebbe stato il più esplosivo dai tempi di Galilei…  Poi i toni si sono smorzati, e dato che l’inizio del nuovo ciclo sta cominciando con circa due anni di ritardo rispetto ai precedenti cicli,  si “ritratta”… Ora si parla di un possibile ciclo addiritura più contenuto dei precedenti. Il 17 agosto 2007 si sono registrate 4 piccole macchie o pori ad una latitudine di circa 31°, ma anche questa volta non si è avuta la conferma dell’inizio del nuovo ciclo. Tuttavia, pare che il nuovo ciclo sia veramente iniziato, e questa volta con segnali più evidenti e credibili.  A tal proposito, come detto dalla Sezione Sole UAI, si è registrato la presenza di una zona facolare non molto estesa ad una latitudine (report o foto) e una polarità (SOHO) che indica l’inizio del nuovo ciclo XXIV, e confermato l’inversione di polarità il giorno 15 dicembre 2007 di cui è stata pubblicata l’mmagine SOHO: vedere la news UAI relativa all’argomento

http://www.uai.it/index.php?tipo=A&id=1734 .

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Questo editoriale sarà pubblicato sul n. 1/2008 Gennaio-Febbraio della rivista UAI.

Il 2008 è stato proclamato International Year of Planet Earth (IYPE), anno internazionale del pianeta Terra. Purtroppo, non è una di quelle notizie che balzano sulle prime pagine dei giornali o che siano riprese e approfondite con servizi speciali dai media televisivi. Eppure la proposta, formulata da alcune organizzazioni scientifiche e culturali internazionali, come l’Union of Geological Science e l’UNESCO, ha trovato una sua solenne e unanime approvazione nel corso della sessantesima Assemblea generale delle Nazioni Unite, che ha sottolineato la necessità di dedicare un’attenzione speciale ai problemi globali che riguardano il nostro pianeta.

Lungi dall’essere una scelta puramente celebrativa, l’IYPE, nell’intento dei suoi organizzatori, ha una molteplicità di obiettivi concreti.

Innanzitutto ottenere dai governi maggiori finanziamenti per le ricerche sia teoriche sia sperimentali dedicate alla migliore conoscenza della Terra: ai suoi fenomeni endogeni, ai cambiamenti climatici, allo stato di salute della biosfera, all’interazione fra l’ambiente spaziale e quello terrestre.

Spesso gli studi sulla Terra sono condotti in maniera settoriale e manca uno sforzo di integrazione fra i tanti risultati ottenuti in ambiti di ricerca contigui ma, di fatto, scarsamente comunicanti.

Negli ultimi anni, grazie ai progressi dell’astronomia e dell’astronautica, sono state avviate spettacolari missioni di esplorazione dei pianeti del nostro sistema solare, che hanno portato a ridefinire le nostre conoscenze di base sui compagni della Terra e a riscrivere la loro storia evolutiva e la loro geografia. Ma, finora, è mancata una vera e propria missione di esplorazione al

Terra e Luna

Pianeta Terra, nel senso di un programma interdisciplinare, coordinato a livello mondiale, in cui far convergere gli sforzi di tante discipline che si occupano di studiare la Terra nei suoi molteplici e complessi aspetti.

Un’altra importante sollecitazione che l’IYPE rivolge agli studiosi riguarda una valutazione il più possibile equilibrata dello stato di salute della Terra e della reale vulnerabilità di alcune sue parti essenziali per la vita, come l’atmosfera, l’idrosfera e la criosfera.

Il moltiplicarsi di allarmi sul rischio di danni irreversibili a queste parti vitali del nostro pianeta, causati dalle attività umane, così come evidenziato nel recente IV Rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, ha generato spesso vane controversie, piuttosto che propositi di collaborazione e approfondimento fra gli studiosi. Col risultato che i governi, già strutturalmente incapaci di programmazioni a lungo termine, trovano l’alibi per restare in una posizione attendista e trascurare anche quei provvedimenti di messa in sicurezza del territorio che dovrebbero essere sviluppati indipendentemente da qualunque fattore aggravante come il cambiamento climatico. Insomma, un’organica missione di esplorazione al pianeta Terra avrebbe il vantaggio di evitare la dispersione di energie e di concentrare l’attenzione su aspetti controversi che attendono ancora di essere chiariti.

Non ultimo, l’IYPE chiama a un impegno straordinario insegnanti, divulgatori e operatori culturali perché, nell’arco di un triennio centrato sul 2008, siano varati programmi di studio, pubblicazioni, mostre e iniziative culturali, tutte tendenti a diffondere le conoscenze di base sulla Terra, ad aggiornare i testi scolastici, ad accendere nei giovani l’interesse per le discipline che riguardano il

il nostro pianeta: dobbiamo curarlo di più!

nostro pianeta.

In questo ambito, anche l’Unione degli Astrofili Italiani, che dedica una rilevante parte delle sue energie a programmi di didattica e divulgazione dell’astronomia, sta dando un suo importante contributo. Mi fa piacere ricordare che nel 2008 i corsi di didattica dell’Astronomia: “Il cielo in una … Scuola”, gestiti dall’UAI d’intesa con il Ministero della Pubblica istruzione, avranno come tema centrale il Pianeta Terra; e che lo stesso soggetto è stato proposto per le tesine dei diplomandi delle scuole superiori, i quali intendono partecipare al concorso UAI: “Una stella sul diploma”. Il quadro potrebbe essere completato da iniziative di divulgazione al pubblico gestite, localmente, dalle numerosissime e attive associazioni di astrofili consociate all’UAI.

FRANCO FORESTA MARTIN

Nel 2007 Marte sarà in opposizione il 24 dicembre 2007, con un diametro apparente di 15.8 secondi d’arco. Poco prima, il 19, esso sarà passato alla minima distanza dalla Terra (0.5894668 Unità Astronomiche ). Il ciclo delle opposizioni si trova in una fase di transizione, tra le apparizioni perieliche dell’inizio del millennio e quelle afeliche dei prossimi anni. Le dimensioni apparenti di Marte sono quindi contenute, ma non ancora minime.

L’apparizione del pianeta è caratterizzata da una declinazione elevata (10° in più rispetto al 2005!) che si traduce in un’ottima osservabilità: Marte sarà ben alto in cielo lungo tutto il periodo di osservabilità. Ciò permetterà di compensare il ridotto diametro apparente.


Una recente immagine del pianeta, ottenuta il giorno 1/10/2007 (3:35 TU) da Gerardo Sbarufatti di Caselle Landi (Lodi) tramite uno Schmidt Cassegrain da 27 cm. Seeing III (Ant.). Si notano delle irregolarità nelle nebbie polari (NPH, in basso) e delle nubi che riempiono completamente il bacino di Hellas (in alto a sinistra). Nel complesso l’atmosfera del pianeta è piuttosto ricca di polveri (conseguenze di una tempesta regionale in Agosto-Settembre) e quindi i contrasti appaiono tenui.

Per la prima volta dopo vari anni, il pianeta non si presenterà col polo Sud rivolto verso la Terra. La visione sarà, in media, equatoriale, per poi diventare leggermente più favorevole per l’emisfero settentrionale in marzo-aprile 2008. Questa tendenza sarà ulteriormente accentuata nelle prossime apparizioni. Gli osservatori, quindi, potranno iniziare a prendere confidenza con i fenomeni associati alla calotta polare nord (NPC), visto che quella meridionale (SPC) non solo si presenterà in geometria sfavorevole, ma ormai ridotta alle minime dimensioni presso l’opposizione.
Sempre intorno all’opposizione, la NPC sarà ricoperta dalle nebbie polari che nascondono all’osservazione la ri-formazione dello strato di ghiaccio superficiale, che resta quindi uno dei fenomeni meno chiari del ciclo stagionale marziano.Questa fase avverrà tra l’opposizione e il mese successivo(Ls~10°-15°) e sarà quindi osservabile nelle migliori condizioni, probabilmente con un livello di dettaglio ottimale che si riprodurrà solo in parte nell’apparizione successiva (questa favorirà fasi più avanzate, con un diametro apparente inferiore).

Passata l’epoca più interessata dalle tempeste (l’estate meridionale), le nubi di polvere dovrebbero avere la tendenza ad essere più localizzate (ad esempio nei grandi bacini come Hellas).
La disponibilità di vapori in atmosfera e le basse temperature dovrebbero invece favorire le nubi orografiche, che si formano sui principali rilievi. La lunga osservabilità del pianeta nelle notti intorno all’opposizione dovrebbe favorire la ripresa di immagini su diverse ore consecutive di osservazione, permettendo così di rivelare l’evoluzione diurna delle nubi, col cambiare della loro esposizione al sole durante l’avanzare del giorno marziano.
Le nebbie al bordo del disco saranno anche protagoniste, soprattutto verso la fine dell’apparizione.

L’apparizione è particolarmente favorevole a causa dell’elevata declinazione del pianeta, e si presta a lunghe sessioni di osservazione.
Come sempre, l’osservazione visuale sarà un utilissimo complemento alle altre tecniche, e permetterà in certi casi di discriminare tra delicate sfumature nelle nebbie e nelle nubi presenti sul disco.

PER UNA VERSIONE PARTICOLAREGGIATA DI QUESTO ARTICOLO VISITARE LA PAGINA DELLA SEZIONE PIANETI

Ricordiamo infine che articoli, istruzioni, tecniche e notizie aggiornate trovano posto sul sito della Sezione Pianeti 

http://pianeti.uai.it/. I disegni e le immagini vanno inviati al coordinatore, P. Tanga (Paolo.Tanga@oca.eu) direttamente, o tramite la lista di diffusione AstroHiRes (vedere link dal sito).

Paolo Tanga
Observatoire de la Côte d’Azur
Sezione Pianeti UAI

astronews@uai.it

Proseguono i resoconti delle attività dell’anno 2007 .

 Gli amici dell’m Associazione Astronomica  Alta Valdera  hanno realizzato delle interessanti riprese ed osservazioni , una delle quali effettuata nel giugno del 2007 ha dato questi ottimi  risulyayi.

 

Dal dito http://www.astrofilialtavaldera.com/

 

La sera del 20 giugno 2007, presso il Centro Astronomico di Libbiano Peccioli (PI), codice MPC B33, i soci

Bacci Paolo, Biasci Francesco, Piludu Paolo, Rossi Enzo e Rossi Emilio

dell’ AAAV - Associazione Astrofili Alta Valdera - hanno programmato una seduta osservativa con l’intento
di riprendere lo strano oggetto astronomico denominato 6R10DB9, scoperto dalla Catalina Sky Survey (università Arizzona) il 14 settembre 2006.

Inizialmente classificato come asteroide di tipo NEO, in base alle successive osservazioni è stato catalogato come Distant Artificial Satellite.

Questo curioso oggetto, la cui origine è tutt’ora sconosciuta, è stato definito da alcuni astronomi come la nostra “seconda luna“.

Le sue ridotte dimensioni, circa 4 metri, hanno indotto alcuni a pensare che possa trattarsi di pezzo di roccia lunare che a seguito
di un impatto meteorico è stato espulso dal nostro satellite.

Sta di fatto che l’oggetto ha un orbita molto particolare, tanto da trovarsi al momento della scoperta a soli 2,2 LD (Distanze Lunari). (vedasi figura 1)

Intorno alla metà di giugno l’astro si trovava in condizioni ottimali per essere nuovamente osservato.

Figura 1 Orbita di 6R10DB9

 

 

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