Come è noto a tutti Venere, all’osservazione visuale o in riprese in luce integrale, mostra una “superficie” di un bianco uniforme e del tutto priva di particolari; in realtà sappiamo che ciò che osserviamo sono gli strati superficiali dell’atmosfera che circonda il pianeta.
Osservando però Venere in una particolare lunghezza d’onda situata tra 300 e 400 nm, cioè nella regione ultravioletta dello spettro elettromagnetico, ci accorgiamo che lo strato atmosferico mostra strutture caratteristiche, invisibili all’osservazione in luce integrale.
I moderni sensori ccd hanno permesso anche all’astrofilo di poter eseguire interessanti osservazioni e riprese a queste lunghezze d’onda, altrimenti precluse dalla bassa sensibilità della pellicola fotografica e dalla poca quantità di luce trasmessa dai filtri utilizzati allo scopo; beninteso, anche con le moderne camere planetarie occorrono strumenti di almeno 200 mm di diametro se si vogliono utilizzare filtri UV-PASS dedicati. Se utiliziamo invece i normali filtri blu scuro (tipo W38a) o violetto (W47) possono bastare strumenti con diametri dell’ordine dei 12-15cm; i filtri in questione restituiranno però immagini assai meno contrastate dei particolari visibili e dovranno essere utilizzati assieme ad un buon filtro taglia infrarosso puro(non quelli classici da web cam che tagliano anche una parte di UV) in quanto i filtri menzionati lasciano passare anche l’IR.
Allego alcune immagini eseguite dal sottoscritto con il newton da 25 e camera ccd planetaria DMK (la meno recente con web cam b/n)