Questo editoriale sarà pubblicato sul n. 1/2008 Gennaio-Febbraio della rivista UAI.
Il 2008 è stato proclamato International Year of Planet Earth (IYPE), anno internazionale del pianeta Terra. Purtroppo, non è una di quelle notizie che balzano sulle prime pagine dei giornali o che siano riprese e approfondite con servizi speciali dai media televisivi. Eppure la proposta, formulata da alcune organizzazioni scientifiche e culturali internazionali, come l’Union of Geological Science e l’UNESCO, ha trovato una sua solenne e unanime approvazione nel corso della sessantesima Assemblea generale delle Nazioni Unite, che ha sottolineato la necessità di dedicare un’attenzione speciale ai problemi globali che riguardano il nostro pianeta.
Lungi dall’essere una scelta puramente celebrativa, l’IYPE, nell’intento dei suoi organizzatori, ha una molteplicità di obiettivi concreti.
Innanzitutto ottenere dai governi maggiori finanziamenti per le ricerche sia teoriche sia sperimentali dedicate alla migliore conoscenza della Terra: ai suoi fenomeni endogeni, ai cambiamenti climatici, allo stato di salute della biosfera, all’interazione fra l’ambiente spaziale e quello terrestre.
Spesso gli studi sulla Terra sono condotti in maniera settoriale e manca uno sforzo di integrazione fra i tanti risultati ottenuti in ambiti di ricerca contigui ma, di fatto, scarsamente comunicanti.
Negli ultimi anni, grazie ai progressi dell’astronomia e dell’astronautica, sono state avviate spettacolari missioni di esplorazione dei pianeti del nostro sistema solare, che hanno portato a ridefinire le nostre conoscenze di base sui compagni della Terra e a riscrivere la loro storia evolutiva e la loro geografia. Ma, finora, è mancata una vera e propria missione di esplorazione al
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Terra e Luna |
Pianeta Terra, nel senso di un programma interdisciplinare, coordinato a livello mondiale, in cui far convergere gli sforzi di tante discipline che si occupano di studiare la Terra nei suoi molteplici e complessi aspetti.
Un’altra importante sollecitazione che l’IYPE rivolge agli studiosi riguarda una valutazione il più possibile equilibrata dello stato di salute della Terra e della reale vulnerabilità di alcune sue parti essenziali per la vita, come l’atmosfera, l’idrosfera e la criosfera.
Il moltiplicarsi di allarmi sul rischio di danni irreversibili a queste parti vitali del nostro pianeta, causati dalle attività umane, così come evidenziato nel recente IV Rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, ha generato spesso vane controversie, piuttosto che propositi di collaborazione e approfondimento fra gli studiosi. Col risultato che i governi, già strutturalmente incapaci di programmazioni a lungo termine, trovano l’alibi per restare in una posizione attendista e trascurare anche quei provvedimenti di messa in sicurezza del territorio che dovrebbero essere sviluppati indipendentemente da qualunque fattore aggravante come il cambiamento climatico. Insomma, un’organica missione di esplorazione al pianeta Terra avrebbe il vantaggio di evitare la dispersione di energie e di concentrare l’attenzione su aspetti controversi che attendono ancora di essere chiariti.
Non ultimo, l’IYPE chiama a un impegno straordinario insegnanti, divulgatori e operatori culturali perché, nell’arco di un triennio centrato sul 2008, siano varati programmi di studio, pubblicazioni, mostre e iniziative culturali, tutte tendenti a diffondere le conoscenze di base sulla Terra, ad aggiornare i testi scolastici, ad accendere nei giovani l’interesse per le discipline che riguardano il
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il nostro pianeta: dobbiamo curarlo di più! |
nostro pianeta.
In questo ambito, anche l’Unione degli Astrofili Italiani, che dedica una rilevante parte delle sue energie a programmi di didattica e divulgazione dell’astronomia, sta dando un suo importante contributo. Mi fa piacere ricordare che nel 2008 i corsi di didattica dell’Astronomia: “Il cielo in una … Scuola”, gestiti dall’UAI d’intesa con il Ministero della Pubblica istruzione, avranno come tema centrale il Pianeta Terra; e che lo stesso soggetto è stato proposto per le tesine dei diplomandi delle scuole superiori, i quali intendono partecipare al concorso UAI: “Una stella sul diploma”. Il quadro potrebbe essere completato da iniziative di divulgazione al pubblico gestite, localmente, dalle numerosissime e attive associazioni di astrofili consociate all’UAI.
FRANCO FORESTA MARTIN