FOTOGRAFIA ASTRONOMICA CON DIGICAM (NON REFLEX)
Le immagini sono nella categoria FOTO
FOTOGRAFIA ASTRONOMICA CON UNA COMUNE DIGICAM (NON REFLEX)
L’articolo che segue è dedicato a coloro che sono in possesso di un telescopio anche piccolo e di una macchina fotografica digitale con l’obiettivo fisso o zoom.
Esistono diversi modelli di digicam, dalle più economiche che in genere sono totalmente automatiche,alle più costose che permettono di impostare manualmente numerosi parametri (esposizione,apertura,fuoco,
sensibilità ecc.)
Le prime possono essere utilizzate quasi esclusivamente per riprese del Sole(CON FILTRO),della Luna e al limite anche dei pianeti più brillanti oltre ovviamente alle riprese panoramiche in cui sono presenti anche dei soggetti astronomici.
Con le seconde c’è la possibilità di riprendere anche alcuni oggetti del Catalogo di Messier in particolare gli amassi aperti,i globulari più luminosi e la Nebulosa di Orione oltre le comete più brillanti(se ci sono).
La procedura da seguire è semplice ,si tratta di accostare l’obiettivo della digicam all’oculare del telescopio: tramite una staffa, un raccordo apposito o anche a mano libera cosa che però sconsiglio vista la difficoltà nel trovare il giusto allineamento.
Lo schema ottico che ne deriva è un cosiddetto “sistema afocale”che è definito dalla seguente formula l’unica presente nell’articolo: f= In x f.ob. in pratica la lunghezza focale risultante si ottiene moltiplicando gli ingrandimenti forniti dall’oculare per la focale dell’obiettivo della digicam.in mm.
Tenete presente che per focale dell’obiettivo della digicam si intende quella equivalente e non quella effettiva i cui valori sono entrambi specificati tra le caratteristiche di ogni digicam all’atto di acquisto.
Ora che conosciamo la focale del nostro sistema (telescopio,oculare,obiettivo) possiamo risalire al rapporto focale tramite la formula (chiedo scusa è l’ultima) che tutti conoscete:F= f / D
Ovvero il rapporto focale F è uguale alla lunghezza focale del sistema diviso il diametro del telescopio.
Quindi per riprendere oggetti piccoli ma brillanti come i pianeti occorre allungare la focale risultante utilizzando oculari a forte ingrandimento e se presente lo zoom dell’obiettivo (non lo zoom digitale solo quello ottico). Viceversa per la ripresa di oggetti deboli.
Per meglio comprendere la procedura da seguire e quello che eventualmente si può ottenere penso sia meglio presentarvi le prove che ho fatto nel corso degli anni in modo che ognuno possa rendersi conto di quello che può ottenere con la propria strumentazione..
Io ho utilizzato un Newton da 200 mm F5 con montatura equatoriale motorizzata.
Una digicam Olympus C 2040 Zoom (40mm-100mm)che permette esposizioni fino a 16 secondi.
Per il Sole ho utilizzato un MTO 1000 a F 6,7
La digicam era collegata al telescopio inizialmente tramite una staffa,in seguito tramite un raccordo porta oculare appositamente costruito con anello di raccordo e vari distanziatori in modo da accostare il più possibile l’obiettivo all’oculare per ridurre al minimo la vignettatura
Per il trattamento delle immagini si possono utilizzare diversi programmi anche gratuiti (Iris , Registax,ecc) o a pagamento (Astroart, Maxim DL ecc)
Per la ripresa degli oggetti deboli la procedura era la seguente: inserivo nel raccordo un oculare Ploss da 25 mm(il più lungo che ho) e mettevo a fuoco,poi avvitavo la digicam tramite l’anello e la impostavo nel modo seguente:max apertura F2,max esposizione 16 secondi max sensibilità 400 ISO,minima focale dell’ obiettivo 40 mm,fuoco su infinito e autoscatto.
La focale risultante era pertanto :In 40 x fob 40 =1600 mm.
Quindi il rapporto focale F era : focale 1600/ diametro200 = 8
Per ogni oggetto eseguivo 5-7 pose ognuna con relativo Dark effettuato tappando il telescopio.
Non andavo oltre come numero di pose a causa dell’enorme rumore termico generato dall’elettronica che aumentava al passare del tempo nonostante tenessi il display per lo più spento.
Una singola posa permette di registrare stelle fino alla mag.11 e sommandone 5-7 si arriva a mag.13-14.
In questo modo si possono ottenere immagini accettabili di alcuni ammassi aperti e globulari mentre tra gli oggetti nebulari l’unico alla portata è M42 visto che le Galassie appaiono come macchie sfuocate senza accenno di particolari. La focale risultante di 1600 mm è buona anche per riprendere interamente il disco lunare e inoltre c’è la possibilità di “giocare”un po’ con lo zoom.
Per la ripresa planetaria e dei particolari lunari utilizzavo quasi sempre un oculare Ploss da 6,7 mm che forniva circa 150 ingrandimenti e sfruttavo lo zoom in modo da ottenere focali risultanti che variavano da 10 a 15 metri. I tempi di esposizione erano compresi tra 1/8 e 1/20 di secondo a seconda dei soggetti e della serata. Molte delle immagini che registravo erano poi scartate in fase di elaborazione in questo caso non per il rumore termico ma a causa delle deformazioni indotte dalla turbolenza.
Tenete sempre presente che l’obiettivo vede praticamente quello che vediamo noi nell’oculare quindi se non è serata è meglio non fotografare.
Questo a grandi linee è il sistema che ho utilizzato io, ovviamente utilizzando una strumentazione diversa si otterranno risultati diversi ,per esempio:
-Con un telescopio più aperto tipo F4 o con un oculare dalla focale più lunga sui 40mm sicuramente la ripresa di oggetti deboli sarà agevolata.
-Con un telescopio anche più piccolo di diametro ma chiuso tipo rifrattore o catadiottrico e con un oculare più corto sui 4mm o meno si otterranno risultati migliori sui pianeti.
-Le digicam attualmente in commercio hanno prestazioni superiori alla mia acquistata nel 2002.
Le ultime considerazioni sono forse le più importanti:
-1° Per la ripresa planetaria le WebCam sono nettamente superiori alle digicam perché consentono di aggirare il problema della turbolenza grazie all’enorme numero di frame ripresi che vengono poi scelti e trattati da programmi appositi (Iris è il migliore ma ce ne sono molti altri).
-2°Per la ripresa di oggetti deboli qualsiasi camera CCD anche di basso prezzo è superiore alle digicam perché nasce per uso astronomico,è più sensibile ed è raffreddata.
-3°Ultimamente il prezzo delle Reflex digitali è sceso al di sotto dei 1000 euro e sappiamo tutti quali siano i vantaggi di poter togliere l’obiettivo e fotografare al fuoco diretto o per proiezione oculare.
L’unico vantaggio delle digicam (e delle Reflex) è che non occorre avere un computer vicino per fare riprese il che rende il loro uso più immediato e meno impegnativo , a volte è sufficiente un solo scatto senza nessuna elaborazione per avere un immagine accettabile.
Quindi non consiglio a nessuno l’acquisto di una digicam per uso astronomico, però se uno già la possiede oppure la compra per un uso familiare lo invito a provare ad accostarla al telescopio,forse non otterrà risultati eclatanti ma si divertirà e avrà un motivo in più per guardare il cielo.
Mauro Biagetti
Luglio 16th, 2012 alle 10:06
scrive:Sara, condivido la tua inzaiitiva. Ma una rapida lettura della licenza di firmiamo.it mi ha fattod esistere. Cito: Finalite0 della raccolta dei datiLa raccolta e il trattamento dei dati personali sono finalizzati allo svolgimento, da parte del titolare, di attivite0 di propaganda elettorale.I dati personali, quali l’anagrafica ed i riferimenti utili potranno essere utilizzati dal titolare per informare e/o comunicare all’interessato, anche a distanza di tempo, e mediante e-mail, sms, mms, video e modalite0 similari, canali telefonici, telefax e corrispondenza cartacea notizie e suggerimenti di carattere politico-elettorale. Spiacente, ma di spam ne ricevo gia` abbastanza. Di sistemi/metodi per far valere le tue/mie/nostre ragioni ne esistono tanti. Senza necessita` di (s)vendere i tuoi dati a questo o a quel soggetto.
Luglio 16th, 2012 alle 13:26
zZLlDN exdhahcwmhoo
Luglio 18th, 2012 alle 14:58
5uHyPg dhuptfdvjnpi